Pensieri dinamici
Ascolto, confronto e condivisione di esperienze e idee, con mondi anche distanti da quello aziendale, sono alla base del nostro modo di lavorare. Ci spingono ad affinare costantemente i nostri servizi e a cercare di produrre contenuti (interviste, articoli ed eventi) il più possibile utili ai nostri Clienti e Lettori.
|
bizibee: “Grazie per aver accettato il nostro invito, rispondendo ad alcune domande per il progetto Pensieri Dinamici che, da tempo, dà spazio e voce a chi è promotore di significativi cambiamenti organizzativi”
Capitolo Quinto: “Grazie a voi per l’opportunità che ci date!” bizibee: “Raccontateci di voi, del vostro team e del vostro business” Capitolo Quinto: “Siamo 4 soci, ci spiega Filippo Ganzaroli, con professionalità molto diverse e che 4 anni fa hanno deciso di condividere le proprie esperienze per dare vita a Capitolo Quinto, software house presente prevalentemente nel mercato delle risorse umane, ma non solo. Davide Morelli, responsabile IT, è il fulcro tecnologico su cui ruota l’azienda e che negli ultimi 20 anni ha sviluppato software primariamente per la gestione dei processi inerenti le risorse umane. Colui che traccia le linee strategiche da seguire è Enrico Cattaneo, responsabile Marketing. Infine, ci siamo io e Gianmaria Bollati; noi due ci occupiamo da sempre di vendita di servizi e di prodotti, accumulando esperienze dirette nelle aziende medio-grandi e piccole. Con noi collaborano diversi professionisti prevalentemente impiegati nello sviluppo del software. Si tratta di un bel mix di esperienze atte a raggiungere la nostra mission: costruire reali opportunità per lo sviluppo del mondo del lavoro, per noi e per i nostri ragazzi.” bizibee: “La trasformazione digitale, di cui si parla da anni, è per voi un processo compiuto oppure c’è ancora strada da fare? E dalla vostra prospettiva, in quale misura i processi HR hanno tratto giovamento dalla trasformazione digitale?”
INTRODUZIONE - Bun dé (spero di non sbagliare il saluto ladino!) gentilissimo Michil Costa, ringrazio Lei ed Elide Mussner Pizzinini, a nome di tutto il team interdisciplinare blisszone, per aver reso possibile questa intervista all’interno del Progetto #CiclistaManager. Lei è una persona poliedrica, che ha sviluppato importanti progetti, coniugando sogno e pragmatismo, che ritengo abbiano come filo conduttore l’attenzione alla Persona, ai suoi bisogni di riconoscimento ma anche alla responsabilità delle azioni compiute. A nostra volta, noi ci sforziamo di fare della nostra attività in azienda una sorta di umanesimo militante ed è anche per questa comunanza di intenti che Le ho domandato di condividere la Sua visione del mondo che sarà, di certo, di ispirazione per i nostri lettori. Grazie ancora. Roberto Ceccarelli - managing partner bizibee srl ![]() bb - In un mondo alla ricerca della velocità, dell’efficienza, del cambiamento continuo, del tutto e subito, che significato può assumere la Maratona dles Dolomites per i sempre più numerosi manager di azienda che di anno in anno desiderano partecipare a questa esperienza collettiva? MC - Partecipare alla Maratona dles Dolomites è un viaggio che inizia con la volontà di accettare la sfida con se stessi, quindi senza avere la certezza di riuscire a raggiungere il traguardo che ci si pone, sia da un punto di vista sportivo che da un punto di vista organizzativo. Non è un tutto subito, è piuttosto un “lentius profundius suavius”, una preparazione di mesi e mesi in continuo dialogo con se stessi, tra corpo e mente e mente e corpo. Fino all’estrazione la partecipazione non è certa, ci vuole pazienza prima, resilienza poi, una volta estratti, sul saliscendi dei passi dolomitici. Lo sport di resistenza cela un grande insegnamento in sé: mai dare nulla per scontato. bb - Nelle bellissime valli dell’Alto Adige si possono praticare tantissime discipline sportive. Tra queste ce ne sono alcune che, per chi le pratica, sono appaganti, in termini adrenalinici, come le discese mozzafiato con qualsiasi attrezzo, ed altre che lo sono in termini trasformativi, come le lente e faticose ascensioni con le quali si guadagna un metro alla volta e che fanno prestare attenzione al tutto, dal cielo al fiore incontrato sul cammino. Posso domandarLe se Lei ha una preferenza personale tra queste due modalità di fruizione del territorio? MC - Sono stato molto squilibrato nella mia vita –e tutt’ora lo sono-. Dopo un periodo totalmente fuori controllo nel quale non conoscevo nemmeno il significato di sport, sono passato a diverse discipline, alcune molto adrenaliniche. Dalle centinaia di lanci con il paracadute tutti sopra i 4000 metri e due emergenze, alle immersioni profonde alle gare di sci acrobatico specialità balletto e gobbe, gare di motocross e rally competitivi nel deserto. Arrampicate, alcune estreme, corse in montagna fino allo sfinimento, prime invernali con lo snowboard, poi dopo due pneumotoraci…
![]() bb: che cosa avete trovato nella presentazione di blisszone, la nostra modalità organizzativa interdisiciplinare, che vi ha spinto a sceglierla? TH: l’abbinamento delle competenze organizzative e psicologico/relazionali è stata una intuizione felice. In azienda si verificano spesso, in occasione di situazioni in cui sono richieste decisioni dirimenti, dinamiche complesse, con impatti sia relazionali che organizzativi. ![]() bb: Matteo, Armando, quali erano le vostre esigenze quando avete deciso di lavorare insieme al team di blisszone? TH: avevamo la necessità di conciliare obiettivi e visioni di medio e lungo termine talvolta diverse o che non sempre si conciliavano con le reciproche aspettative. bb: in quale modo, pensate che la metodologia blisszone vi abbia concretamente supportato nella vostra attività? TH: ci ha dato degli strumenti per leggere le situazioni, interpretare i comportamenti e capire quali comportamenti rispondevano a quali domande. Ci ha semplificato il modo di vedere le cose. bb: perché consigliereste blisszone?
TH: perché sono professionisti seri, preparati. Hanno l’approccio del partner, di quelli di cui ti puoi davvero fidare. bb: grazie per le vostre risposte! La pratica della bicicletta ci trasforma ... quando c’è trasformazione c’è apprendimento, conoscenza, progresso...
bb: Oggi si parla tanto di velocità di adattamento, rapidità di cambiamento, di agilità organizzativa e Lei da manager esperto sicuramente ne sa molto ... però ha deciso di elencare i motivi per cui bisogna preferire un mezzo “lento” come la bicicletta. All’apparenza una contraddizione... ci aiuta a capire la sua visione? ![]() MA: Si, ho scritto un libro intitolato “Le 98 ragioni per cui vado in bicicletta”. Arrivato ai 50 anni in buona forma, grazie alla bicicletta, ho sentito il bisogno di raccontare le tante cose buone che la bicicletta mi ha fatto conoscere, le esperienze e le scoperte fatte in sella, pedalando. Ne è uscito una specie di manifesto dei tanti vantaggi che si ricavano dall’utilizzo della bici. Non vedo contraddizioni tra bicicletta e vita, anzi, la bicicletta come molti sport (a me piace anche molto andare in montagna, camminare, fare scialpinismo, arrampicare, andare in mountain bike), è una perfetta metafora della vita. E’ poi un mezzo velocissimo: in città imbattibile, nel traffico delle grandi città la velocità media di spostamento delle macchine è meno di metà di quella della bicicletta. Fuori città, in discesa capita di superare i 100 all’ora. E la bicicletta permette di “svicolare” ovunque, di infilarsi come sardine tra le macchine, o negli interstizi dei centri storici, aggirando ogni blocco o rallentamento. Comunque i due contributi più preziosi della bicicletta, secondo la mia esperienza, sono: saper vedere, e saper anticipare, e pensare diversamente, “fuori dalla scatola” (out of the box), cioè una buona dose di anticonformismo. La bicicletta stimola ampiamente queste due doti, aguzza e allena la vista, e contribuisce ampiamente alla dotazione iniziale di anticonformismo con cui ognuno di noi parte nel proprio viaggio attraverso la vita. Tanti crescendo finiscono per adattarsi e appiattirsi sul consenso prevalente, mentre secondo me la pratica della bicicletta porta naturalmente a prendere posizioni uniche, originali, scorrelate dal consenso prevalente, dalle mode del momento. bb: Fra le 98 ragioni per andare in bici, commentate nel suo recente libro (edizioni Utet), ce n’è una in particolare che le è stata, più volte, di aiuto o di ispirazione?
É stato un grande onore essere la prima azienda ad utilizzare questa modalità che ho trovato molto innovativa. Il ragionamento alla base è legato alle aree di miglioramento/sviluppo di ciascuna persona, dove professionale e personale molte volte sono talmente legati tra loro che una dimensione può inficiare lo sviluppo dell'altra. Ecco che l'approccio utilizzato, la combinazione di psicologia e mentoring organizzativo, permette di scandagliare minuziosamente le aree di blocco e dare la possibilità alla persona di andare a capire dove può focalizzare gli sforzi per migliorarsi. La premessa fondamentale di questo percorso è quindi la voglia di rimettersi in discussione e prendere consapevolezza delle proprie aree di miglioramento che frenano la performance. bb: Quali erano le vostre esigenze specifiche e per quali ruoli/livelli sono stati chiamati i team di blisszone?
RM: Prima di tutto sono partita da me stessa. Non perché volessi fare da pilota, ma perché da anni avevo maturato la convinzione che alcuni tratti personali stessero minando la mia performance professionale. Poi siamo passati ad alcuni membri del management team e successivamente ad altre figure professionali. In generale, le necessità erano relative alla gestione di situazioni di conflitto, a cambiamenti nel ruolo e responsabilità e problematicità a relazionarsi con il proprio responsabile. bb : Siete soddisfatti dei risultati? ho scoperto che la bicicletta oltre a simbolo è anche materia, una materia che favorisce il pensare, lo focalizza ![]() Continuiamo ad occuparci della relazione tra bicicletta ed economia, con un'intervista a Giuseppe Delmestri, professore alla Vienna University of Economics and Business, che ha fatto un interessante periodo sabbatico in bicicletta. Ecco cosa ci ha raccontato. Per seguire Giuseppe https://delmestri.wordpress.com Twitter: @gdelmestri bb- oggi si parla tanto di rapidità di cambiamento, di agilità organizzativa ... tu sei ricorso però ad un mezzo “lento” come la bicicletta, come ti è venuta l’idea di fare un periodo sabbatico su due ruote?
gdm - Oggi si parla anche tanto di consapevolezza o mindfulness come via maestra per raggiungere un bilanciamento tra efficienza e innovazione – vedi ad esempio il libro appena uscito di Rasmus Hougaard e Jacqueline Carter “The mind of the leader”. Nel mio lavoro, la ricerca e la didattica accademica, la fretta è ‘maestra cattivissima’. La ricerca si basa sulla sedimentazione delle idee sulla quale si innesta poi l’intuizione. Nella didattica il focus non deve essere sul veloce ‘inserire’ competenze nelle persone, ma sulla loro crescita, quella che una volta si definiva la Bildung. Prima della partenza avevo pensato la bicicletta semplicemente come simbolo, simbolo di quanto dobbiamo rallentare nel consumo materiale se vogliamo raggiungere gli obiettivi della sostenibilità’ ambientale fissati a Parigi nel 2016. Durante il tragitto ho scoperto che la bicicletta oltre a simbolo è anche materia, una materia che favorisce il pensare, lo focalizza. Non sono mai stato così produttivo di idee come in questo periodo. bb - Il percorso stradale ha rispecchiato in qualche modo un tuo percorso interiore? di R. Ceccarelli immagini Freepik.com
Ieri in ufficio un collega appoggiato alla macchinetta del caffè, affranto, mormorava a bassa voce.
Mi sono avvicinato...
bb - In un mondo dove i contenuti sono prodotti e fruibili (blog, chat, ecc.) anche al di fuori dei canali editoriali tradizionali qual è stata la vostra risposta ?
IR - Oramai da qualche anno il mondo dell’editoria è attraversato da un ciclone. Quindi parlare di cambiamento è da un lato un eufemismo, dall’altro una necessità di sopravvivenza. Ma andiamo con ordine. L’avvento della rete costituisce non solo una diversa modalità di fruizione di contenuti – con la quale fare i conti – ma risponde anche a un approccio filosofico di fondo che vede nella velocità e nella gratuità dell’informazione nonché nella partecipazione/interattività valori difficilmente compatibili con il modello tradizionale dell’editoria. Il lettore/cliente cerca l’autorevolezza della firma giornalistica o l’esperienza concreta della community ? E’ disposto a pagare per l’informazione laddove la può trovare gratis ? Aspetta l’uscita del mensile quando ha già saputo tutto ? Gli effetti anche dirompenti su piani molteplici – non solo dell’editoria - sono ben noti. Ma per l’editoria ha voluto dire intraprendere un percorso di ricerca di un modello di business compatibile, un cambiamento radicale degli assetti/processi nonché della cultura aziendale. Quindi la risposta ? Preservare in ogni caso passione e qualità dei contenuti investendo parimenti su digitale e tecnologia per affiancare alla carta canali differenti ( web, mobile, video, eventi). In sintesi da casa editrice a media company.
bb - In una recente ricerca della SDA Bocconi di Milano sulla digitalizzazione delle PMI Italiane emerge un quadro non certo lusinghiero sul rapporto delle PMI con gli strumenti digitali, nella loro più ampia accezione. Sebbene il risultato della ricerca SDA dia risultati migliori di alcune analoghe ricerche europee, resta il fatto che solo il 10% delle PMI è interessato a evolvere la propria strategia attraverso gli strumenti digitali (solo il 13% ritengono sia utile applicare tali strumenti al marketing). Lei, che è esperto di web-radio e comunicazioni digitali in senso più ampio, cosa si sentirebbe di dire agli imprenditori delle PMI per convincerli ad utilizzare i nuovi strumenti?
FM - Li metterei di fronte alla realtà, e credo sarebbe sufficiente. Oggi gli strumenti digitali non sono né appannaggio di "smanettoni" né strumenti economicamente inarrivabili, e vengono quindi utilizzati da tutti. Se utilizzati in modo adeguato, i social network ed in generale le comunicazioni digitali possono essere uno strumento di marketing con un ROI particolarmente alto. Avere un'immagine originale su Internet è fondamentale per emergere dalla massa.
Come si coniuga il tema del Family Business con i cambiamenti sempre più rapidi nel mondo del business? Ringraziamo l'imprenditrice Ambra Redaelli per aver condiviso con noi il suo punto di vista. ![]() bb – I cambiamenti nel proprio settore economico possono essere inaspettati oppure previsti a seconda della capacità che un’azienda ha di avere “recettori” attivi e sintonizzati. Nella sua esperienza di imprenditrice quali soluzioni organizzative si sentirebbe di suggerire? AR – La crisi di questi anni ha insegnato a tante piccole imprese a dotarsi di strumenti strategici che prima ignoravano, o stavano solo nelle percezioni e nella testa degli imprenditori più visionari. Nulla può sostituire l’intuito e la genialità: l’intuito di comprendere le minacce e le opportunità e la genialità di saper reagire con prodotti e programmi che sappiano non solo arginare le minacce, ma cavalcarle sino a renderle opportunità. Ma non basta più. Un piano strategico adeguato che preveda diversi scenari, può permettere riflessioni più strutturate e di avere reazioni immediate ed attuabili nel momento del bisogno. E’ perfino banale dirlo, ma non è scontato che tante piccole e medie imprese siano attrezzate di budget triennali economici, patrimoniali e di cassa, rendiconto periodici tempestivi, ed un’analisi margini prodotto costante. Lo studio degli investimenti non può essere lasciato al singolo operatore di settore o al solo imprenditore, ma deve riguardare tutti i settori coinvolti e restituire un chiaro impegno finanziario e le sue coperture. Riunioni periodiche tra membri direttivi di diverse aree aziendali sono spesso trascurate e mal tollerate nelle PMI, ma si rivelano utilissime. E’ poi necessario uscire dai propri confini aziendali ed aprirsi alle informazioni esterne e alla formazione. La tecnologia è travolgente e per poterla utilizzare bisogna che sia conosciuta e che si resti costantemente aggiornati su tutte le novità. ![]() Ringraziamo Roberto Roccatti, CEO di Royal Unibrew che possiede, tra altre, la marca di birre CERES per aver risposto alle nostre domande. bb – L’arena competitiva dei prodotti di largo consumo è soggetta a una continua e rapida evoluzione. Secondo lei, in questo contesto, quali sono le due più importanti capacità distintive che l’organizzazione di un’azienda deve possedere per supportare il business adeguatamente? RR - Oggi secondo me le aziende devono essere in grado di combinare due capacità all’apparenza antitetiche: da una parte devono poter operare con velocità e tempi brevi di implementazione (la cosidetta Agility) ma allo stesso tempo devono essere in grado di poter assorbire e rispondere alle dinamiche e shock esterni (la cosidetta Absortion). Per rendere vivida questa combinazione pensate al miglior Muhammad Ali : forza e agilità. Ringraziamo il dottor De Fabritiis, responsabile di Dronitaly, uno degli eventi più importanti in Italia per droni e loro applicazioni, per aver accettato di rispondere ad alcune nostre domande. ![]() bb - Ci può descrivere l’andamento del mercato dei droni dal punto di vista del cambiamento? Quali sono le prospettive a medio-lungo termine? FDF - Il mercato italiano dei droni comprende sia quello dei mezzi sia quello dei servizi che sono erogati mediante i sistemi aerei senza pilota. Dal punto di vista dei mezzi questi sono di diversi a seconda che siano utilizzati per lo svolgimento di un’attività professionale o per attività ricreativa o sportiva. Secondo i dati appena pubblicati da GFK, nel corso del 2015, sono stati venduti circa 100.000 unità. Più del 90% del quantitativo venduto riguarda prodotti con un prezzo inferiore a 400 euro, mentre circa il 34% del valore viene originato dalla vendita di droni con un prezzo superiore a 500 euro. A parte il fatto che la fascia di prezzo sopra i 500 euro comprende ancora molti mezzi per attività ricreativa poiché un mezzo semiprofessionale ha un prezzo da 1.500 in su, questi dati non ci dicono nulla sui servizi. Da questo punto di vista l’indagine realizzata da DOXA per Dronitaly nel 2015 su un campione di circa 50 aziende del settore ha stimato un fatturato medio di vendite per mezzi e servizi di circa 700.000 euro e quindi un fatturato a livello Italia di ca. 350 milioni di euro. Dal punto di vista del cambiamento i fenomeni sono paralleli e controversi ed influenzati dalla normativa. L’avvio del mercato è stato dato da mezzi realizzati artigianalmente per uso fotografico che sono stati progressivamente impiegati per rilevazioni di altro tipo. Man mano che i media e i social hanno diffuso i possibili impieghi dei droni (il video di Amazon sui libri consegnati per mezzo di droni è stato virale) sono partite le vendite di quelli amatoriali. Oggi le vendite di questi ultimi sono in aumento mentre quelli professionali sono alla ricerca della dimensione fisica ideale. La ricerca e il regolamento creano un orientamento verso le piccole dimensioni, sotto i 300 gr, mentre alcune grandi aziende hanno avviato l’utilizzo di questi mezzi per attività di ispezione dei propri impianti. In conclusione i due segmenti si stanno contaminando e influenzando a vicenda e a Dronitaly 2016 in programma il 30 settembre e il 1 ottobre alla Fiera di Modena sarà possibile averne una dimostrazione concreta. bb - La legislazione ha un pesante impatto sul mercato dei droni. C’è modo che la comunità che Dronitaly rappresenta possa influenzare la normativa? ![]() 'ingegner Attilio Casella dopo aver lavorato a lungo in posizioni di responsabilità di processi di Supply Chain e Logistica, all'interno di aziende multinazionali, decide, circa dieci anni fa, di compiere un grande cambiamento professionale diventando imprenditore ed abbracciando una tecnologia, l' RFID, che produce, a sua volta, notevoli e positive modifiche nei processi di gestione delle merci. bb - Lei ha aperto un’azienda dieci anni fa dopo essere stato a lungo dirigente aziendale. E’ stato sicuramente un cambiamento professionale significativo. Quali competenze ha sviluppato per “adattarsi” in un mondo così differente? AC - Durante la vita aziendale da dirigente ci è sempre stato chiesto di comportarci da imprenditori nell’ambito della nostra direzione. Dopo 10 anni di attività imprenditoriale mi accorgo che la vera differenza sta proprio nella capacità di vedere oltre il proprio ambito e di guardare al risultato complessivo che la propria scelta ed azione può portare, alla necessità di ridefinire tempestivamente i proprio obiettivi, alla gestione delle risorse e nel dotarsi del modello organizzativo più utile, senza emulare quello che fanno gli altri. ![]() Cogliere per tempo i segnali di un cambiamento interno od esterno ad un’azienda o ad un team ed essere in grado di generare risposte adeguate è business agility. La business agility sostenibile è ciò che contraddistingue l’attività di bizibee e si applica sia ad aziende con una storia consolidata alle spalle sia alle start-up. L’aggettivo sostenibile fa riferimento, per noi, alla capacità delle aziende di conservare nel tempo la loro adattabilità ai cambiamenti; il che accade se sono presenti, tra altre, alcune condizioni quali una visione strategica di medio periodo, il rispetto delle esigenze degli attori organizzativi coinvolti e la creazione di un linguaggio comune e condiviso. Per rinforzare la capacità di adattamento, bizibee stimola aziende e team a focalizzare l’attenzione sulle seguenti cinque direttrici e sulla loro influenza reciproca:
![]() Ringraziamo la dottoressa Paola De Vecchi Galbiati per aver accettato il nostro invito. bb - Con il termine Digital Transformation si indica comunemente il cambiamento indotto dall’introduzione e dalla rapida diffusione delle tecnologie digitali (social media, mobile device, APP e Cloud Services) nella vita di tutti i giorni: a scuola, a casa, in ufficio, nel tempo libero. bb - Qual è a suo avviso il primo beneficio, a livello sociale, della digital transformation? PDVG - La digitalizzazione di mezzi, strumenti e informazioni sta progressivamente affinando la nostra capacità di elaborare grandi quantità di dati in tempi molto contenuti e di costruire nuove relazioni tra le informazioni. La digital transformation oggi ci permette di realizzare autonomamente transazioni finanziarie e bancarie, di acquistare e vendere oggetti e servizi, di prenotare e condividere risorse (automobili, biciclette, uffici e sale prove e tanto altro ancora). Questa semplificazione nell’elaborazione dei dati, nella realizzazione di operazioni e attività, sta favorendo l’emergere di nuovi modelli e nuove tecniche per analizzare i problemi e trovare soluzioni adeguate: semplici, utili, replicabili... questa trasformazione è una naturale evoluzione dei sistemi naturali e culturali. I nostri pensieri, comportamenti e azioni diventano “oggetti digitali” che possiamo imitare, modificare, diffondere...
Carmelo Di Prima è in una posizione privilegiata per analizzare gli effetti che il cambiamento ha su persone ed organizzazioni. Lo ringraziamo per aver accettato di condividere alcune riflessioni sul tema del cambiamento. ![]() bb - Per molte persone il pensiero di allontanarsi dalla propria zona di comfort fisico e mentale costituisce un momento di ansia, sintetizzabile dal vecchio proverbio “chi lascia la vecchia strada per quella nuova sa cosa lascia non sa cosa trova”. Certo ognuno di noi ha il proprio contesto, il proprio vissuto e sviluppa un’attitudine unica verso il cambiamento ma ... bb - a quali risorse può far ricorso, un individuo per affrontare al meglio un cambiamento e viverlo, almeno nel momento in cui lo immagina, come un’opportunità anziché come una minaccia? CDP - Prima di tutto dobbiamo dire che noi umani siamo sistemi dissipativi, come brillantemente suggerito dal chimico Ilya Prigogine, siamo cioè sistemi aperti che scambiano energia con i sistemi limitrofi e grazie a questo siamo in continua evoluzione. Quindi, il cambiamento è una necessità, prima ancora che una opportunità. |
i protagonisti del cambiamento si raccontano
Archivi
Maggio 2019
Categorie
Tutto
|
bizibee è oggi una partnership di
professionisti indipendenti |
bizibee - the business agility partnership
Copyright
Tutto il materiale pubblicato in questo sito è soggetto a diritto di autore. Non può essere utilizzato o copiato, anche parzialmente, senza l'autorizzazione scritta di bizibee Srl Molte immagini sono legalmente tratte da Pixabay.com e Freepik.com
|